E non crediamo che manchi tanto la facultà, quanto la volontà dello spendere al popolo vostro: perocchè le spese delle guerre sono gravi a ogni uomo, ma specialmente alla moltitudine, la quale non antivede i pericoli futuri. E nientedimeno, come i medici alle volte usano il fuoco e il taglio verso degl'infermi i quali governano, e mettono a partito una parte del corpo con dolore dello infermo, per salvare tutte l'altre, così debbono i governatori delle repubbliche, vedendo il pericolo futuro, a uso di medico, strignere i popoli con loro dispiacere a spendere una parte delle loro facultà per la conservazione di tutte l'altre: perocchè, perduta la libertà, ogni cosa viene nelle mani del vincitore, e appresso ne seguita la vergogna e infamia della servitù, la quale si debbe dagli uomini generosi scacciare insino colla morte. E quello veramente è manifesto, che nella guerra presente la vostra città più tosto è stata offesa che la nostra, non che l'odio sia diverso, ma perchè il nimico dice Bologna essere stata nella potestà de' suoi antichi, e quasi come sua eredità la domanda: donde seguita, che l'ajuto è stato più tosto dato a voi. Ma quanto sia da fidarsi delle sue promesse o della sua pace, voi medesimi lo potete stimare, veduto lo esempio del signore di Padova e di Verona e degli altri che sotto la sua fede sono stati disfatti. E' non è cosa alcuna che lui desideri più che separarvi da noi, perchè vede manifestamente non potere nuocere alle nostre città, quando staranno bene insieme: e ogni volta che saranno separate, si confida facilmente o poterle ingannare o disfarle.
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Bologna Padova Verona
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