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      Ma per l'avvenuto soccorso delle nuove genti che aveva condotto messer Giovanni Aguto, fu posto rimedio a ogni pericolo. Il duca di Baviera, tornato nella Magna, rimase poco accetto a' nimici e agli amici: e nientedimeno fa utile a questo, che per la sua presenza Padova si difese, che non venne nelle mani de' nimici: perocchè da principio quella città non si sarebbe conservata, se non fusse sopravenuto collo esercito. Nelle altre cose potendo lui nuocere assai a' nimici, o non volle o e' non seppe o non ebbe animo di farlo.
     
      Alla fine di quello anno, messer Giovanni Aguto capitano con quelle genti che erano ragunate a Padova de' Fiorentini e de' collegati passò in quello di Vicenza e di Verona contro a' nimici, e andò in più luoghi campeggiando: ma quelle città molto innanzi stabilite e fornite di buone guardie, non feciono alcuno segno di movimenti. Pertanto, poi che fu soprastato alquanto tempo in quegli luoghi e non vedendo seguire alcuno frutto, e essendo nate alcune suspicioni nel campo contro ad Astorre di Faenza, il quale era colle genti nel medesimo esercito, deliberò tornare a Padova: e mandato alle stanze le genti d'arme, per quello anno feciono fine alla guerra.
     
      L'anno seguente, che fu il 1391, seguirono grandissimi movimenti e contese, quante in alcuno tempo fussino state prima.
     
      I Fiorentini, dopo la partita del duca di Baviera, s'erano vôlti coll'animo e colla speranza alla passata de' Francesi in Italia: perocchè molto innanzi avevano mandati oratori in Francia a sollecitare quelli signori, promettendo grande copia di danari e mostrando loro manifesti premj.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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