Mentre che l'esercito de' Fiorentini si trovava in quello di Siena e faceva in quelli luoghi grandissimi danni, vennono con grande celerità le novelle a Firenze, come i Francesi erano stati rotti ad Alessandria, e l'altro esercito ch'era presso all'Adda si trovava circondato da' nimici in forma che non poteva scampare: per le quali cose caddono gli animi de' Fiorentini, e cominciarono a temere per l'avvenire, perocchè non pareva credibile che i nimici si dovessino quietare dopo tanta vittoria, e stimavano che di presente dovessino passare in Toscana, e non vedevano, avendo perduto due eserciti in Lombardia, con che genti potessino fare resistenza. Ma di poi, inteso messer Giovanni Aguto e l'esercito ch'era con lui essere salvo, ripresono il vigore e la speranza, e apparecchiandosi alla guerra, rivocarono messer Giovanni Aguto e le sua genti in Toscana.
Giovan Galeazzo, uscito d'uno grande pericolo, per rendere a' Fiorentini un pari e simile danno, e liberare i Sanesi dalla oppressione de' nimici, deliberò di mandare in Toscana il suo esercito vincitore. Il perchè, messo prestamente a ordine gli apparati necessarj, messer Jacopo dal Vermo veronese capitano delle sua genti per suo comandamento condusse l'esercito per quello di Piacenza verso l'Appennino, e passato i giochi del monte, discese in sul fiume della Magra: di poi, per il contado di Lucca venne in quello di Pisa. In questo mezzo messer Giovanni Aguto condotto a Bologna, e avuto notizia del cammino de' nimici, passò ancora lui il giogo dell'Appennino; e venne prima in quel di Pistoja, di poi sanza alcuna dilazione in quello di Samminiato, e in quelli luoghi si fermò contro a' nimici.
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