E poi che furono stati alquanti dì in questi luoghi, passarono Arno, e in due o tre giornate si condussono in quello di Pistoja: dove, avuto per forza il castello di Casale, si fermarono in quelle circostanze. I nostri capitani vennono a Empoli: di poi, sentendo i nimici esser fermi in quello di Pistoja, passarono Arno al ponte a Signa, e condussono il campo sotto il castello di Tizzano. Era discosto l'esercito nostro da quello de' nimici solamente dua miglia.
In questo mezzo sopravennono a' Fiorentini grandi ajuti de' collegati: da' Bolognesi dumila cavalli e quattrocento Balestrieri, che gli conduceva il conte Giovanni da Barbiano. E altri collegati mandarono ancora buono numero di gente: appresso, del contado di Firenze e di quello d'Arezzo si condusse in campo una incredibile moltitudine. Il perchè nè i capitani periti nell'arte militare, nè il numero dell'esercito mancarono alla città: perocchè i Fiorentini erano pari a' nimici in forma che non ricusavano venire alle mani, e piuttosto dimostravano volere la battaglia: e feciono tutte le preparazioni, come se avessino indubitatamente a combattere. Ma i nimici, spaventati per la quantità delle genti le quali ogni dì venivano in campo de' Fiorentini, e per la carestia della vettovaglia, deliberarono partirsi. E pertanto innanzi dì mossono l'esercito, e condotti a Vettolino, passarono il colle nella pianura in sul fiume della Nievola. Di poi posono in sulla serra del colle dove era il passo certo numero di gente d'arme a cavallo e fanteria, i quali sostenessino i nostri, quando gli volessino seguitare.
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