Questo poi che fu inteso nel campo de' Fiorentini, subitamente si levò il romore, e gridavano tutti, che si doveva con celerità seguire i nimici che fuggivano, perchè nessuno di loro poteva scampare.
A questo movimento temerario e appetito de' soldati poco considerato faceva grandissima resistenza messer Giovanni Aguto: perocchè il prudentissimo capitano sapeva quanto era pericoloso andare drieto a movimenti de' nimici, rispetto a' molti aguati che nel fuggire alle volte si truovano. Pertanto, stimava fare assai, se i nimici si fuggissono, o vera o falsa che fussi la fuga loro: e confortava i nostri a lasciargli andare, e che ognuno stessi fermo agli ordini suoi. Con queste parole e colla presente autorità riteneva le genti, e mandato le scolte in ogni parte, s'ingegnava di sentire il cammino e progresso de' nimici. All'ultimo, essendo certificato che la maggiore parte di loro s'erano posti intorno al fiume della Nievola e il resto era rimaso in su' colli, mise in punto grande numero di gente d'arme a cavallo e di fanteria, e mandogli a assaltare i nimici che erano in sul colle. Lui col resto dell'esercito ordinato in battaglia veniva loro drieto. Coloro adunque che erano iti innanzi appiccarono il fatto d'arme con quegli del colle. La battaglia si cominciò aspra: e i nostri continuamente alle grida dell'esercito che gli seguiva con maggiore speranza combattevano, e per contrario dal canto de' nimici mancavano le forze, perchè continuamente scendevano del colle, e nessuno vi sopraveniva.
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