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      Questa parte messer Jacopo s'aveva obbligata, e Vanni suo figliuolo durante la guerra palesemente aveva mandato a' soldi di Giovan Galeazzo contro a' Fiorentini. Questo Vanni nel fuggire che feciono i nimici di quello di Pistoja fu preso da' nostri, e ritardò assai il trattato già composto e ordinato. Di questo giovane dimostrò il signore di Milano quanta stima ne facessi, che dette messer Giovanni de' Ricci a messer Jacopo d'Appiano, acciocchè riscattassi il figliuolo. Riavuto adunque il giovane e ridotto a Pisa, crebbe grandemente il sospetto: e molti ammonivano messer Piero che si guardassi dagl'inganni, perocchè era manifesto messer Jacopo prepararsi e ragunare continuamente forze: e lui medesimo lo confessava, e diceva che s'armava contro a' Lanfranchi suoi inimici, per non essere offeso da loro. Messer Piero Gambacorti, uomo buono, che non credeva d'altri quello che lui non avrebbe fatto, benchè spesse volte gli fussi detto, nondimeno non prestava fede. Il perchè messer Jacopo anticipò, e ucciso messer Piero Gambacorti co' figliuoli, prese il dominio della città.
     
      Questa cosa turbò molto gli animi de' Fiorentini: perocchè si credeva, anzi si teneva per certo, che tutte queste cose fatte a Pisa fussino procedute di volontà e consiglio di Giovan Galeazzo, acciocchè la città di Pisa si volgessi più al suo favore; e che la istanza fatta di riscattare il giovane e i favori prestati fussino tutti ordinati per la notizia che aveva del trattato già pensato. E messer Jacopo d'Appiano, dopo l'uccisione fatta e il dominio preso della città, si dette in forma a Giovan Galeazzo, che ogni cosa pareva che riferissi all'arbitrio suo.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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