Il perchè, mandate le genti a Barbiano, abbattè in modo la sua baldanza, che assediò in casa sua fra le proprie mura colui che prima con minacci aveva detto, che verrebbe armato in su' terreni de' Fiorentini. Venne adunque il signore Astorre di Faenza e le genti del marchese Niccolò da Ferrara e posono il campo a Luco e altre sue castella: e nientedimeno tutta questa impresa era riputata più del popolo fiorentino. Il perchè i Bolognesi palesemente ne feciono querela, mostrando avere a male, che i Fiorentini acquistassino castella in quelli luoghi; e per questa cagione davano favore al conte Giovanni contro a' Fiorentini assai apertamente. Quello medesimo facevano quei di Ravenna e d'Imola, perchè non amavano la vicinità de' Fiorentini.
Era in quel tempo a' soldi di Giovan Galeazzo il conte Alberigo da Barbiano congiunto di questo conte Giovanni, e era uomo di grande riputazione e capitano delle sue genti. Costui, dolendosi come le sue terre gli erano assediate, domandò licenza a Giovan Galeazzo, e metteva in ordine ogni cosa per dare soccorso a' suoi. Giovan Galeazzo per uno suo imbasciadore l'aveva significato a' Fiorentini, dicendo che non poteva tenere il conte Alberigo, che non andassi al soccorso di casa sua. I Fiorentini adunque per questo avviso e per lo sdegno de' Bolognesi, e appresso perchè lui aveva portato assai pena della sua baldanza, levarono l'assedio: e nel riducere l'esercito, feciono impresa d'una cosa non meno difficile, e questo fu d'ossidiare Castrocaro.
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