I Fiorentini, essendo ridotto Lodovico Cantelli con quelle genti in Bolognese, usando le medesime arti colle quali loro erano offesi, furono operatori che insieme con messere Bartolomeo da Prato e Antonio degli Obizzi, che allora facevano guerra in quello di Modena, si convenissi a fare compagnia, acciocchè parimente si valessino contra loro inimici. Questi condottieri e gente d'arme ragunate insieme in quello di Modena, e accresciuto il numero, cominciarono a dannificare quegli di Reggio e di Parma e gli altri vicini. Il perchè da Giovan Galeazzo duca di Milano venivano querele per le rapine e maleficj fatti da questa compagnia: alle quali si rispondeva quelle genti non essere del popolo fiorentino, ma solamente averle obbligate per l'avvenire, quando fussino richiesti; in questo mezzo essere in loro arbitrio, e in somma essere in quello medesimo grado d'obbligazione che era con lui messer Brogliole, Brandolino e Biordo colle loro genti. Ma costoro, poi che furono soprastati alquanto in Modenese e perseguitato i ribelli del marchese Niccolò di Ferrara, si partirono con tutte le genti, e vennono in Toscana: e scorrendo e dannificando il paese degli avversarj, finalmente con grande tumulto passarono in quello di Pisa condotti dagli usciti de' Pisani, che ne erano capi i Gambacorti e i conti di Monte Scudajo.
Queste cose palesemente si dicevano: ma in secreto si facevano per opera de' Lucchesi, i quali, avendo ricevuto ingiuria l'anno dinanzi, s'ingegnavano similmente dannificare loro, e occultamente davano danari a quegli condottieri, acciocchè il contado di Pisa ricevessi maggiore danno.
| |
Fiorentini Lodovico Cantelli Bolognese Bartolomeo Prato Antonio Obizzi Modena Modena Reggio Parma Giovan Galeazzo Milano Brogliole Brandolino Biordo Modenese Niccolò Ferrara Toscana Pisa Pisani Gambacorti Monte Scudajo Lucchesi Pisa
|