I Fiorentini, essendo avversarj di messer Jacopo d'Appiano, come d'uomo inimico e massimamente opposito al nome fiorentino, e aggiunto a questo il rispetto de' Lucchesi loro collegati, facilmente sopportavano queste cose. Ma poi che queste genti furono state uno mese intero nel contado di Pisa e dato il guasto a tutto quello paese, il conte Giovanni da Barbiano venne a Pisa con tutte le sue genti, chiamato prestamente da' Pisani, come inimico delle genti fuggite e ragunate in compagnia. La sua via fu per il contado d'Urbino, di Perugia e di Siena. Vennono ancora con lui gli usciti de' Lucchesi, che n'era capo Niccolò Diversi, uomo potente appresso il duca Giovan Galeazzo, e condottieri d'assai numero di gente. Il perchè messer Bartolomeo da Prato e gli altri condottieri si ritrassono in quello di Lucca. I Fiorentini mandarono gente d'arme in ajuto de' Lucchesi, con commissione di fare resistenza ne' loro terreni a chi gli volesse offendere, ma non entrare ne' terreni o ne' confini de' Pisani. Il campo de' Pisani era a Librafatta. Le genti de' Lucchesi e de' Fiorentini a piè e a cavallo s'erano ferme in mezzo fra il campo de' Pisani e Lucca, e facevano alcune scaramucce.
     
      In questo mezzo gli oratori fiorentini che si trovavano a Milano significarono, come il conte Alberigo e Lionardo Malespina con grande numero di gente d'arme erano stati licenziati dal duca Giovan Galeazzo, che si convenissino in compagnia e venissino in Toscana alla difesa de' Pisani. Per la qual novella i Fiorentini si misono di mezzo, come amici communi fra Pisani e Lucchesi: e mandati ambasciadori all'una parte e all'altra, finalmente gli composono insieme in questa forma: che il conte da Barbiano e le genti che erano venute con lui in quello di Pisa fra dieci dì si partissino di Toscana; il Pratese e i suoi compagni uscissino de' terreni de' Lucchesi, e non facessino più guerra a' Pisani.