Era Benedetto Mangiadori samminiatese uomo nobile a casa sua e insino allora riputato fedele. Costui, trovandosi in quello tempo a Pisa, messer Jacopo d'Appiano con grandi premj lo dispose a fare un grande e pericoloso fatto: e questo fu di prendere subitamente Samminiato, e levato il romore, pel mezzo degli amici suoi e degli ajuti che vi sarebbono a tempo tôrre quella terra a' Fiorentini. La cosa pareva da riuscire, perchè nessune guardie de' Fiorentini erano rimase drento, e grande numero di genti nimiche si trovavano a Pisa e nelle circostanze da potere essere a Samminiato in poche ore. Il modo del trattato era ordinato in questa forma. La residenza e casa del vicario posta in sulle estreme parti della terra stava in maniera, che di drento e di fuori si poteva entrare e uscire. Deliberò adunque occupare questa, e mettere drento per quella via il soccorso de' nimici. Il perchè, composto la cosa a questo modo, Benedetto con diciassette cavalli si mosse da Pisa, e in sulla prima ora della notte giunse a Samminiato: e poi che fu nella terra così armato e con quegli compagni che avea menati seco, se n'andò al vicario, come se avessi a significare qualche cosa d'importanza e di necessaria prestezza, e fu messo drento senza alcun sospetto. Lui, come fu condotto innanzi al cospetto del vicario, tratto fuori l'arme, l'assaltò insieme co' suoi, e non avendo sospetto di tal cosa, l'ammazzò; di poi, levato il romore e chiamato i terrazzani alla libertà, fece segno a' nimici che venissino con prestezza.
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