In questo mezzo il capitano e l'esercito de' Fiorentini, veduto l'empito de' nimici, tornarono verso Firenze, e posono il campo in luoghi commodi e opportuni, e attendevano a raffrenare i nimici dalle prede e correríe quanto era loro possibile. I nimici, passato Arno e saccheggiato di qua e di là, si fermarono intorno a Signa, e feciono forza d'avere quello castello, acciocchè potessino fare in quello luogo la sedia della guerra, il quale è molto opportuno a tale effetto. Consumati adunque alcuni giorni, poi che vidono non lo potere avere, deliberarono partirsi, e così levato il campo per Val di Pesa e Val d'Elsa, facendo molti danni, si ritornarono in quello di Siena. Queste cose furono fatte nella fine dell'anno 1396, in modo che nel principio dell'anno seguente si trovarono le genti intorno a Firenze.
Poi che i nimici furono tornati in quello di Siena, si divisono in due parti. L'una passò in quello di Montepulciano e di Cortona a molestare quegli paesi: l'altra rimase in quello di Siena col conte Alberigo, per continuare la guerra in questi luoghi. Ma non molto poi cominciarono loro a mancare e a debolire le forze: perocchè Paolo Orsino venne a' soldi de' Fiorentini, e Biordo similemente s'accordò con loro, e rivocò Ceccolino suo fratello, e il conte Giovanni da Barbiano massimamente per opera de' Bolognesi ritornò in Romagna. E così ragguagliate le forze, si seguiva la guerra.
Mentre che queste cose si facevano in Toscana, il duca Giovan Galeazzo mandò un altro grande esercito in Mantovano, come se la guerra non fussi altrove, e assediò quella città per la via dell'acqua e di terra, in forma che il marchese si trovava in grandissimo pericolo.
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