Per questo Paolo Orsino e Filippo da Pisa che insieme con lui erano iti a predare, si separarono dal resto del campo, e stando di per sè, non volevano ubbidire al capitano nè venire a lui. Molti ancora degli altri condottieri avevano preso sdegno della morte del Pratese, e biasimavano quello che aveva fatto il capitano, che quasi ne seguì il disordine di tutto l'esercito fiorentino: e fu pensiero de' dieci della balía di rimuovere Bernardone. Finalmente si prese forma d'assicurare coloro che s'erano tirati da parte, e tutte le genti d'arme che erano state sotto il Pratese furono messe a ubbidienza di Filippo da Pisa, e non molto di poi furono mandati a Mantova: perocchè in quello tempo era venuto a Firenze Carlo Malatesta, e aveva mostro i pericoli del signore di Mantova. Fu adunque commesso a Filippo da Pisa, che andassi con lui con mille cavalli, per levare il sospetto della discordia dell'esercito, e dare soccorso al collegato ne' suoi bisogni: e al resto ancora delle genti d'arme, le quali i Fiorentini avevano mandato innanzi col conte Ugo a Mantova, fu commesso che ubbidissono a Carlo. Furono adunque in ajuto del marchese di Mantova circa tremila cavalli del popolo fiorentino. La virtù di Carlo Malatesta si dimostrò molto in quella guerra.
     
      In questo mezzo si faceva in Toscana un'altra grande e pericolosa guerra, perchè i nimici molestavano i Fiorentini e quello d'Arezzo e di Lucca. I Fiorentini da altra parte rendevano pari danni o maggiori a' Sanesi e a' Pisani.
     
      Per questi tempi, essendo di fuori grandissime contenzioni, accadde drento uno grave e spaventevole caso: perocchè alcuni cittadini che governavano la repubblica non erano accetti a ognuno.