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      Per le città non si vedeva alcuno se non vestito di bianco. L'andate nelle terre d'altri e in quelle ancora che innanzi si tenevano poco amiche erano sicure. Nessuno in quello tempo cercava di fare inganni: nessuno forestiero riceveva ingiuria a casa d'altri. Era quasi una tacita triegua co' nimici: e durò questa cosa circa a due mesi. I popoli andavano nelle terre d'altri, e altri venivano nelle loro, e erano ricevuti benignamente l'uno dall'altro. Ma donde venisse l'origine di questa cosa non è manifesto: ma certamente si diceva avere avuto principio dall'Alpi e essere venuta in Lombardia e con mirabile discorso avere compreso i popoli. I primi che vennero a Firenze popolarmente furono i Lucchesi: i quali veduti che furono, subitamente ne seguì un'ardente divozione, in forma che quelli medesimi che innanzi vedendo questo movimento l'avevano sprezzato, furono de' primi cittadini che mutarono le vesti, e quasi presi da ispirazione divina, similemente come gli altri andarono a processione. Feciono del popolo loro i Fiorentini quattro parti. Due di quelle con incredibile moltitudine d'uomini, femmine e fanciulli andarono a Arezzo, e l'altre parti andarono a altri luoghi: e dove giugneva la moltitudine de' bianchi, il popolo di quello paese per simile esemplo si moveva. Il perchè, venendo di Lombardia, passò in Toscana, di poi nel Ducato e in Sabina e nella Marca e in Abruzzi, e in fine si condusse alle estreme regioni d'Italia, vagando successivamente per tutti i popoli.
     
      In mentre che durò questa divozione, non si pensava ai pericoli della guerra: ma poi che fu posato il fervore de' bianchi, di nuovo tornarono gli animi alle cure e pensieri di prima.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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