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      Ma questi medesimi Fiorentini non solamente per Italia, ma ancora per la Francia divulgarono spesse volte con lettere e imbasciate desiderare la pace e la quiete, e nientedimeno essere molestati da altri. Al presente si dimostra per effetto loro cercare non quiete, ma la turbazione e danno d'altri, e non si potere in alcuno modo riposare per rispetto de' loro animi inquieti e della superfluità delle pecunie. Questa medesima città contro a' costumi degli antichi ha dato opera di fare passare in Italia Francesi e Tedeschi (nazioni strane e barbare, inimiche del nome italiano), per inducere sopra le teste degl'Italiani coloro i quali la natura colla opposizione dell'Alpi gli ha eschiusi dall'Italia. E è tanta la cecità del loro consiglio, che non intendono, se i Francesi e Tedeschi si conducono in Italia, essere la commune ruina di tutti gl'Italiani, e non meno tornare sopra i capi loro che sopra le teste degli altri. Certamente il popolo romano meritò di questo massimamente laude e gloria, che venendo i Cimbri e Teutonici alla invasione d'Italia, con grande ostacolo de' suoi eserciti gli abbattè e distrusse, e appresso i Francesi con molte e varie battaglie vinti rimosse dalle teste degl'Italiani. Ma questi nuovi, come loro dicono, Romani, hanno dato opera ancora pel mezzo del danajo di conducere in Italia queste nazioni oltramontane: tanto sono gli animi inquieti di questi uomini e la loro perversità, e tanto si sono con grande incarico dimenticati della loro patria e della loro gente!


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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