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      Allora, soprabbondando la moltitudine de' nimici, Giovanni Bentivogli finalmente fu vinto e morto. Erano a Bologna due oratori fiorentini, Niccolò da Uzzano e Bardo Rittafé. In sul romore e tumulto, quando la terra era presa da' nimici, Bardo fu ferito e poco di poi si morì: Niccolò da Uzzano rimase prigione e fu mandato a Pavia, e miserabilmente tenuto in carcere.
     
      A Bologna dopo la tornata degli usciti si crearono certi magistrati di cittadini, che dimostravano forma di libertà e di repubblica: e così aveva promesso il duca Giovan Galeazzo agli usciti. Ma durò questa loro ricreazione o letizia due o tre dì: perocchè certi condottieri, accompagnati da una gente eletta, corsono la terra, e chiamato il nome del duca Giovan Galeazzo diposono il magistrato de' cittadini, e presono pel duca interamente il dominio. E in questa maniera il popolo insieme cogli usciti furono costretti finalmente chinare i colli sotto il giogo della servitù.
     
      I Fiorentini, come intesono l'esercito loro essere rotto e preso il capitano, n'ebbono grande travaglio. Ma quando sentirono oltre a questo Bologna ancora essere venuta nelle mani de' nimici, ebbono molto maggiore spavento, parendo loro a ogni ora i nimici essere presenti. Perduto il capitano e le genti, erano gli animi pieni di disperazione: e se i nimici avessino seguito la vittoria con prestezza, la città correva pericolo irrimediabile: ma loro, o per negligenza o per discordia, lasciarono inutilemente passare il tempo. Il perchè, dopo molti giorni, non sopravenendo i nimici collo esercito, la città a poco a poco riprese gli animi, e cominciò a rinnovare le forze, e mandò gente contro a' partigiani degli Ubaldini, i quali dopo la vittoria de' nimici s'erano ribellati, e contro a messer Ricciardo da Pistoja e suoi seguaci, i quali dopo la rotta avevano preso molti luoghi, e fu posto freno alle correrie di questi tali.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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