Passa indi a provare che Leonardo fu poeta, prendendo occasione da ciò per ispiegare la derivazione della parola poeta. Finalmente, spiccando volo ardito e sublime, esce con grand'enfasi in questa nuova e maravigliosa sentenza: che chiunque vuol essere tenuto in conto di poeta, dee scrivere eccellenti poemi. "Si quis (sono sue parole) poeta esse cuperet, quædam egregia poemata describat oportet!"
47 Il Mehus, dopo avere ragionato lungamente delle opere di Leonardo, soggiunge, accennando all'orazione del Manetti: "Sed hæc omittamus, et Jannotium Manettum splendide, apte, atque ornate dicendem audiamus." V. Leon. Aret. Epistolarum, tom. I, pag. 88.
48 Jannotti Manetti Vita a Naldo Naldio conscripta, in Muratori, Rer. Italic: Script., tom. XX
49 Delle opere e del valore del Manetti così giudicava il Foscolo: "Il Manetti scrisse assai d'ogni cosa; ebbe nome famoso a' suoi tempi, per erudizione senza esempio nè termine, e compilò volumi che non si possono leggere senza noia, né credere senza pericolo." (Dissertazione sul testo della Divina Commedia, CXXVII)
50 Vespasiano, Vita di Leonardo d'Arezzo, pag. 562
51 Vespasiano, Vita di Leonardo d'Arezzo, pag. 564-565.
52 "Giovanni gli aveva posto grande amore, ed aiutavalo a farsi ricco." Vespasiano, Vita di Leonardo d'Arezzo, pag. 557
53 Poggi, Oratio funebr., passim.
54 Lett. Fam. Op., pag. 873; Firenze; 1831.
55 Balbo, Pensieri ed esempi, pag. 216.
56 "Ed emmi stato assai difficile ritrovare le cose passate, per non ci essere suti iscrittori.
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