Settimo, la differenza tra la causa formale universale, la quale è una anima per cui l’universo infinito, come infinito, non è uno animale positiva- ma negativamente, e la causa formale particulare moltiplicabile e moltiplicata in infinito; la quale, quanto è in un soggetto piú generale e superiore, tanto è piú perfetta; onde, gli grandi animali, quai sono gli astri, denno esser stimati in gran comparazione piú divini, cioè piú intelligenti senza errore e operatori senza difetto. Ottavo, che la prima e principal forma naturale, principio formale e natura efficiente, è l’anima de l’universo: la quale è principio di vita, vegetazione e senso in tutte le cose, che vivono, vegetano e sentono. E si ha per modo di conclusione, che è cosa indegna di razional suggetto posser credere che l’universo e altri suoi corpi principali sieno inanimati; essendo che da le partietescrementi di quelli derivano gli animali che noi chiamiamo perfettissimi. Nono, che non è cosa sí manca, rotta, diminuta e imperfetta, che, per quel che ha principio formale, non abbia medesimamente anima, benché non abbia atto di supposito che noi diciamo animale. E si conchiude, con Pitagora e altri, che non in vano hanno aperti gli occhi, come un spirito immenso, secondo diverse raggioni e ordini, colma e contiene il tutto. Decimo, se viene a fare intendere che, essendo questo spirito persistente insieme con la materia, la quale gli Babiloni e Persi chiamaro ombra;etessendo l’uno e l’altra indissolubili, è impossibile che in punto alcuno cosa veruna vegga la corrozione, o vegna a morte secondo la sustanza; benché, secondo certi accidenti, ogni cosa si cangie di volto, e si trasmute or sotto una or sotto un’altra composizione, per una o per un’altra disposizione, or questo or quell’altro essere lasciando e repigliando.
| |
Pitagora Babiloni Persi
|