De quali la prima si prende dalla potenza di medesimo geno; la seconda, dalla raggione di certa analogia proporzionale del corporeo e incorporeo, absoluto e contratto; la terza, da l’ordine e scala di natura, che monta ad un primo complettente o comprendente; la quarta, da quel che bisogna che sia uno indistinto prima che la materia vegna distinta in corporale e non corporale; il quale indistinto vien significato per il supremo geno della categoria; la quinta, da quel che, siccome è una raggion comune al sensibile e intelligibile, cossí deve essere al suggetto della sensibilità; la sesta, da quel, che l’essere della materia è absoluto da l’esser corpo, onde non con minor raggione può quadrare a cose incorporee che corporee; la settima, da l’ordine del superiore e inferiore che si trova ne le sustanze, perché, dove è questo, se vi presuppone e intende certa comunione, la quale è secondo la materia che vien significata sempre per il geno, come la forma vien significata dalla specifica differenza; la ottava, è da un principio estraneo, ma conceduto da molti; la nona, dalla pluralità di specie che si dice nel mondo intelligibile; la decima, dalla similitudine e imitazione di tre mondi, metafisico, fisico e logico; la undecima, da quel, che ogni numero, diversità, ordine, bellezza e ornamento è circa la materia.
Terzo si apportano con brevità quattro raggioni contrarie; e si risponde a quelle. Quarto si mostra come sia diversa raggione tra questa e quella, di questa e quella materia, e come ella nelle cose incorporee coincida con l’atto, e come tutte le specie de le dimensioni sono nella materia, e tutte le qualitadi son comprese ne la forma.
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