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      Filoteo. Questo è vero; però noi non ingiuriamo, ma ributtiamo l’ingiurie, che son fatte non tanto a noi, quanto a la filosofia spreggiata, con far di modo ch’agli ricevuti dispiaceri non s’aggiongano degli altri.
      Armesso. Volete, dunque, parer cane che morde, a fin che non ardisca ognuno di molestarvi?
      Filoteo. Cossí è, perché desidero la quiete, e mi dispiace il dispiacere.
      Armesso. Sí, ma giudicano che procedete troppo rigorosamente.
      Filoteo. A fine che non tornino un’altra volta essi, ed altri imparino di non venir a disputar meco e con altro, trattando con simili mezzi termini queste conclusioni.
      Armesso. La offesa fu privata, la vendetta è publica.
      Filoteo. Non per questo è ingiusta; perché molti errori si commettono in privato, che giustamente si castigano in publico.
      Armesso. Ma con ciò venite a guastare la vostra riputazione, e vi fate piú biasimevole che coloro; perché publicamente se dirà che siete impaziente, fantastico, bizarro, capo sventato.
      Filoteo. Non mi curo, pur che oltre non mi siano essi o altri molesti; e per questo mostro il cinico bastone, acciò che mi lascino star co’ fatti miei in pace; e se non mi vogliono far carezze, non vegnano ad esercitar la loro inciviltà sopra di me.
      Armesso. Or vi par che tocca ad un filosofo di star su la vendetta?
      Filoteo. Se questi che mi molestano fussero una Xantippe, io sarei un Socrate.
      Armesso. Non sai che la longanimità e pazienza sta bene a tutti, per la quale vegnano ad esser simili agli eroi ed eminenti Dei; che, secondo alcuni, si vendicano tardi, e, secondo altri, né si vendicano né si adirano?


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De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
pagine 135

   





Xantippe Socrate