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      E non niego che, quanto alla gentilezza di spirti e acutezza de ingegni, gli quali naturalmente l’una e l’altra parte de la Brittannia produce, sia simile e possa esser equale a quelle tutte che son veramente eccellentissime. Né meno è persa la memoria di quel, che, prima che le lettere speculative si ritrovassero nell’altre parti de l’Europa, fiorirno in questo loco; e da que’ suoi principi de la metafisica, quantunque barbari di lingua e cucullati di professione, è stato il splendor d’una nobilissima e rara parte di filosofia (la quale a’ tempi nostri è quasi estinta) diffuso a tutte l’altre academie de le non barbare provinze. Ma quello che mi ha molestato e mi dona insieme insieme fastidio e riso, è, che con questo che io non trovo piú romani e piú attici di lingua che in questo loco, del resto (parlo del piú generale) si vantano di essere al tutto dissimili e contrarii a quei che furon prima; li quali, poco solleciti de l’eloquenza e rigor grammaticale, erano tutti intenti alle speculazioni, che da costoro son chiamate Sofismi. Ma io piú stimo la metafisica di quelli, nella quale hanno avanzato il lor prencipe Aristotele (quantunque impura e insporcata con certe vane conclusioni e teoremi, che non sono filosofici né teologali, ma da ociosi e mal impiegati ingegni), che quanto possono apportar questi de la presente etade con tutta la lor ciceroniana eloquenza e arte declamatoria.
      Armesso. Queste non son cose da spreggiare.
      Filoteo. È vero; ma, dovendosi far elezione de l’un de’ doi, io stimo piú la coltura dell’ingegno, quantunque sordida la fusse, che di quantunque disertissime paroli e lingue.


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De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
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