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      Gervasio. Sí, messer sí, mastro Polihimnio, perché non? Credo bene che la tua toga e il tuo mantello è bene animato, quando contiene un animal, come tu sei, dentro; le botte e gli sproni sono animati, quando contengono gli piedi; il cappello è animato, quando contiene il capo, il quale non è senza anima; e la stalla è anco animata quando contiene il cavallo, la mula over la Signoria Vostra. Non la intendete cossí, Teofilo? non vi par ch’io l’ho compresa meglio che il dominus magister?
      Polihimnio. Cuium pecus? come che non si trovano degli asini etiam atque etiam sottili? hai ardir tu, apirocalo, abecedario, di volerti equiparare ad un archididascalo e moderator di ludo minervale par mio?
      Gervasio. Pax vobis, domine magister, servus servorum et scabellum pedum tuorum.
      Polihimnio. Maledicat te Deus in secula seculorum.
      Dicsono Arelio. Senza còlera: lasciatene determinar queste cose a noi.
      Polihimnio. Prosequatur ergo sua dogmata Theophilus.
      Teofilo. Cossí farò. Dico dunque, che la tavola come tavola non è animata, né la veste, né il cuoio come cuoio, né il vetro come vetro; ma, come cose naturali e composte, hanno in sé la materia e la forma. Sia pur cosa quanto piccola e minima si voglia, ha in sé parte di sustanza spirituale; la quale, se trova il soggetto disposto, si stende ad esser pianta, ad esser animale, e riceve membri di qualsivoglia corpo che comunmente se dice animato: perché spirto si trova in tutte le cose, e non è minimo corpusculo che non contegna cotal porzione in sé che non inanimi.


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De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
pagine 135

   





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