Ma questo modo di considerar che voi dite, so che no’ potrà star bene se non a un mecanico o medico che sta su la prattica, come a colui che divide l’universo corpo in mercurio, sale e solfro; il che dire non tanto viene a mostrar un divino ingegno di medico quanto potrebe mostrare un stoltissimo che volesse chiamarsi filosofo; il cui fine non è de venir solo a quella distinzion di principii, che fisicamente si fa per la separazione che procede dalla virtú del fuoco, ma anco a quella distinzion de principii, alla quale non arriva efficiente alcuno materiale, perché l’anima, inseparabile dal solfro, dal mercurio e dal sale, è principio formale; quale non è soggetto a qualità materiali, ma è al tutto signor della materia, non è tocco dall’opra di chimici la cui divisione si termina alle tre dette cose, e che conoscono un’altra specie d’anima che questa del mondo, e che noi doviamo diffinire.
Dicsono Arelio. Dite eccellentemente; e questa considerazione molto mi contenta, perché veggio alcuni tanto poco accorti che non distingueno le cause della natura assolutamente, secondo tutto l’ambito de lor essere, che son considerate da’ filosofi, e de quelle prese in un modo limitato e appropriato; perché il primo modo è soverchio e vano a’ medici, in quanto che son medici, il secondo è mozzo e diminuto a’ filosofi, in quanto che son filosofi.
Teofilo. Avete toccato quel punto nel quale è lodato Paracelso, ch’ha trattata la filosofia medicinale, e biasimato Galeno in quanto ha apportata la medicina filosofale, per far una mistura fastidiosa e una tela tanto imbrogliata, che al fine renda un poco exquisito medico e molto confuso filosofo.
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Arelio Paracelso Galeno
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