Però tanto la materia quanto la forma sustanziale di che si voglia cosa naturale, che è l’anima, sono indissolubili ed adnihilabili, perdendo l’essere al tutto e per tutto; tali per certo non possono essere tutte le forme sustanziali de’ peripatetici e altri simili, che consisteno non in altro che in certa complessione e ordine di accidenti; e tutto quello che sapranno nominar fuor che la lor materia prima, non è altro che accidente, complessione, abito di qualità, principio di definizione, quiddità. Laonde alcuni cucullati suttili metafisici tra quelli, volendo piuttosto iscusare che accusare la insufficienza del suo nume Aristotele, hanno trovata la umanità, la bovinità, la olività, per forme sustanziali specifiche; questa umanità, come socreità, questa bovinità, questa cavallinità essere la sustanza numerale; il che tutto han fatto per donarne una forma sustanziale, la quale merite nome di sustanza, come la materia ha nome ed essere di substanza. Ma però non han profittato giamai nulla; perché, se gli dimandate per ordine: - In che consiste l’essere sustanziale di Socrate? -risponderanno: - Nella socreità. Se oltre dimandate: - Che intendete per socreità? - Risponderanno: - La propria forma sustanziale e la propria materia di Socrate. - Or lasciamo star questa sustanza che è la materia, e ditemi: - Che è la sustanza come forma? - Rispondeno alcuni: - La sua anima. -Dimandate: - Che cosa è questa anima? - Se diranno una entelechia e perfezione di corpo che può vivere, considera che questo è uno accidente.
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