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      Dicsono Arelio. Dunque, approvate il studio de diverse filosofie?
      Teofilo. Assai, a chi ha copia di tempo ed ingegno: ad altri approvo il studio della megliore, se gli Dei vogliono che la addovine.
      Dicsono Arelio. Son certo però che non approvate tutte le filosofie, ma le buone e le megliori.
      Teofilo. Cossí è. Come anco in diversi ordini di medicare, non riprovo quello che si fa magicamente per applicazion di radici, appension di pietre e murmurazione d’incanti, s’il rigor di teologi mi lascia parlar come puro naturale. Approvo quello che si fa fisicamente e procede per apotecarie ricette, con le quali si perseguita o fugge la còlera, il sangue, la flemma e la melancolia. Accetto quello altro che si fa chimicamente, che abstrae le quinte essenze e, per opera del fuoco, da tutti que’ composti fa volar il mercurio, subsidere il sale e lampeggiar o disolar il solfro. Ma però, in proposito di medicina, non voglio determinare tra tanti buoni modi qual sia il megliore, perché l’epilettico, sopra il quale han perso il tempo il fisico ed il chimista, se vien curato dal mago, approvarà non senza raggione piú questo che quello e quell’altro medico. Similmente discorri per l’altre specie: de quali nessuna verrà ad essere men buona che l’altra, se cossí l’una come le altre viene ad effettuar il fine che si propone. Nel particolar poi è meglior questo medico che mi sanarà, che gli altri che m’uccidano o mi tormentino.
      Gervasio. Onde avviene che son tanto nemiche fra lor queste sette di medici?


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De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
pagine 135

   





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