Polihimnio. Cedo.
Gervasio. Accepto, e vi ringrazio, Dicsone, perché considerate la necessità di quei che non hanno ardire di dimandare, come comporta la civiltà de le mense oltramontane; ove, a quei che siedono gli secondi non lice stender le dita fuor del proprio quadretto o tondo, ma conviene aspettar che gli sia posto in mano, a fin che non prenda boccone, che non sia pagato col suo "gran mercé".
Teofilo. Dirò per risoluzion del tutto, che, sí come l’uomo, secondo la natura propria de l’uomo, è differente dal leone, secondo la natura propria del leone; ma, secondo la natura comone de l’animale, de la sustanza corporea e altre simili, sono indifferenti e la medesima cosa; similmente, secondo la propria raggione, è differente la materia di cose corporali dalla de cose incorporee. Tutto dunque lo che apportate de lo esser causa costitutiva di natura corporea, de l’esser soggetto de trasmutazioni de tutte sorti e de l’esser parte di composti, conviene a questa materia per la raggione propria. Perché la medesima materia (voglio dir piú chiaro) il medesimo che può esser fatto o pur può essere, o è fatto, è per mezzo de le dimensioni ed extensioni del suggetto, e quelle qualitadi che hanno l’essere nel quanto; e questo si chiama sustanza corporale e suppone materia corporale; o è fatto (se pur ha l’essere di novo) ed è senza quelle dimensioni, extensione e qualità; e questo si dice sustanza incorporea, e suppone similmente detta materia. Cossí ad una potenza attiva tanto di cose corporali quanto di cose incorporee, over ad un essere tanto corporeo quanto incorporeo, corrisponde una potenza passiva tanto corporea quanto incorporea, e un posser esser tanto corporeo quanto incorporeo.
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Dicsone
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