Oltre dico non seguitar inconveniente alcuno, come di doi infiniti; perché, il mondo essendo animato corpo, in esso è infinita virtú motrice ed infinito soggetto di mobilità, nel modo che abbiamo detto, discretamente: perché il tutto continuo è immobile, tanto di moto circulare, il quale è circa il mezzo, quanto di moto retto, che è dal mezzo o al mezzo; essendo che non abbia mezzo né estremo. Diciamo oltre, che moto di grave e leve non solo è conveniente a l'infinito corpo; ma né manco a corpo intiero e perfetto che sia in quello, né a parte di alcun di questi la quale è nel suo loco e gode la sua natural disposizione. E ritorno a dire che nulla è grave o lieve assoluta ma rispettivamente: dico al riguardo del loco, verso al quale le parti diffuse e disperse si ritirano e congregano. E questo baste aver considerato oggi, quanto a l'infinita mole de l'universo; e domani vi aspettarò per quel che volete intendere quanto a gl'infiniti mondi che sono in quello.
Elpino. Io, benché per questa dottrina mi creda esser fatto capace di quell'altra, tutta volta, per la speranza di udir altre cose particolari e degne, ritornarò.
Fracastorio. Ed io verrò ad esser auditore solamente.
Burchio. Ed io; che come, a poco a poco, piú e piú mi vo accostando all'intendervi, cossí a mano a mano vegno a stimar verisimile, e forse vero, quel che dite.
FINE DEL SECONDO DIALOGO
DIALOGO TERZO
Filoteo. Uno dunque è il cielo, il spacio immenso, il seno, il continente universale, l'eterea regione per la quale il tutto discorre e si muove.
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