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      Elpino. Come volevi dunque, che tutti, quantunque distantissimi dal mezzo, cioè dal sole, potessero raggionevolmente participare il vital calore da quello?
      Filoteo. Da questo, che quanto piú sono lontani, fanno tanto maggior circolo; quanto piú gran circolo fanno, tanto piú tardi si muoveno circa il sole; quanto piú si muoveno tardi, tanto piú resisteno a gli caldi ed infocati raggi di quello.
      Elpino. Volevate dunque che que' corpi, benché fussero tanto discosti dal sole, possono però participar tanto calor che baste; perché, voltandosi piú velocemente circa il proprio centro e piú tardi circa il sole, possono non solamente participar altre tanto calore, ma ancor di vantaggio, se bisognasse; atteso che, per il moto piú veloce circa il proprio centro, la medesima parte del convesso de la terra che non fu tanto scaldata, piú presto torni a ristorarsi; per il moto piú tardo circa il mezzo focoso e star piú saldo all'impression di quello, vegna a ricevere piú vigorosi gli fiammiferi raggi?
      Filoteo. Cossí è.
      Elpino. Dunque volete che, se gli astri che sono oltre Saturno, come appaiono, sono veramente immobili, verranno ad essere gli innumerabili soli o fuochi piú e meno a noi sensibili, circa gli quali discorreno le propinque terre a noi insensibili?
      Filoteo. Cossí bisognarebbe dire, atteso che tutte le terre son degne di aver la medesima raggione e tutti gli soli la medesima.
      Elpino. Volete per questo che tutti quelli sieno soli?
      Filoteo. Non, perché non so se tutti o la maggior parte sieno inmobili, o se di quelli alcuni si gireno circa gli altri, perché non è chi l'abbia osservato, ed oltre non è facile ad osservare; come non facilmente si vede il moto e progresso di una cosa lontana, la quale a gran tratto non facilmente si vede cangiata di loco, sicome accade nel veder le navi poste in alto mare.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166

   





Saturno