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      Elpino. Or che dite del lume?
      Filoteo. Dico che il sole non luce al sole, la terra non luce a la terra, nessuno corpo luce in sé, ma ogni luminoso luce nel spacio circa lui. Però, quantunque la terra sia un corpo luminoso per gli raggi del sole nella superficie cristallina, il suo lume non è sensibile a noi, né a color che si trovano in tal superficie, ma a quei che sono all'opposito di quella. Come oltre, dato che tutta la superficie del mare la notte sia illustrata dal splendor de la luna, a quelli però che vanno per il mare, non appare se non in quanto a certo spacio che è a l'opposito verso la luna; ai quali se fusse dato di alzarsi piú e piú verso l'aria, sopra il mare, sempre piú e piú gli verrebe a crescere la dimension del lume e vedere piú spacio di luminoso campo. Quindi facilissimamente si può tirare qualmente quei che sono ne gli astri luminosi o pure illuminati, non hanno sensibile il lume del suo astro, ma quello de circostanti; come nel medesimo loco comune un loco particulare prende lume dal differente loco particulare.
      Elpino. Dunque, volete dire ch'a gli animanti solari non fa giorno il sole, ma altra circostante stella?
      Filoteo. Cossí è. Non lo capite?
      Elpino. Chi non lo capirebbe? Anzi per questo considerare vegno a capir altre cose assai, per conseguenza. Son dunque due sorte di corpi luminosi: ignei, e questi son luminosi primariamente; ed acquei over cristallini, e questi sono secondariamente lucidi.
      Filoteo. Cossí è.
      Elpino. Dunque, la raggione del lume non si deve referire ad altro principio?


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166