Questo dunque e quei corpi son sensibili per il lume che diffondeno. Il lume che di questa terra si diffonde a gli altri astri, è né piú né meno perpetuo ed inalterabile, che quello di astri simili: e cossí come il moto retto ed alterazione di quelle particelle è insensibile a noi, a loro è insensibile ogni altro moto ed alterazione che ritrovar si possa in questo corpo. E sí come della luna da questa terra, ch'è un'altra luna, appaiono diverse parti altre piú altre men luminose, cossí della terra da quella luna, ch'è un'altra terra, appaiono diverse parti per la varietà e differenza de spacii di sua superficie. E come, se la luna fusse piú lontana, il diametro de le parti opache mancando, andarebono le parti lucide ad unirse e strengersi in una sensibilità di corpo piú picciolo e tutto quanto lucido; similmente apparirebe la terra, se fusse piú lontana dalla luna. Onde possiamo stimare che de stelle innumerabili sono altre tante lune, altre tanti globi terrestri, altre tanti mondi simili a questo; circa gli quali par che questa terra si volte, come quelli appaiono rivolgersi ed aggirarsi circa questa terra. Perché, dunque, vogliamo affirmar essere differenza tra questo e que' corpi, se veggiamo ogni convenienza? perché vogliamo negare esser convenienza, se non è raggione né senso che ne induca a dubitar di quella?
Burchio. Cossí, dunque, avete per provato che quei corpi non differiscano da questo?
Fracastorio. Assai bene, perché ciò che di questo può vedersi da là, di quelli può vedersi da qua; ciò che di quelli può vedersi da qua, di questo si vede da là, come dire, corpo picciolo questo e quelli, luminoso in parte da distanza minore questo e quelli, luminoso in tutto da distanza maggiore, e piú picciolo, questo e quelli.
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