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      Burchio. Ove è dunque quel bell'ordine, quella bella scala della natura, per cui si ascende dal corpo piú denso e crasso, quale è la terra, al men crasso, quale è l'acqua, al suttile, quale è il vapore, al piú suttile, quale è l'aria puro, al suttilissimo, quale è il fuoco, al divino, quale è il corpo celeste? dall'oscuro al men oscuro, al chiaro, al piú chiaro, al chiarissimo? dal tenebroso al lucidissimo, dall'alterabile e corrottibile al libero d'ogni alterazione e corrozione? dal gravissimo al grave, da questo al lieve, dal lieve al levissimo, indi a quel che non è né grave né lieve? dal mobile al mezzo, al mobile dal mezzo, indi al mobile circa il mezzo?
      Fracastorio. Volete saper ove sia questo ordine? Ove son gli sogni, le fantasie, le chimere, le pazzie. Perché, quanto al moto, tutto quello che naturalmente si muove, ha delazion circulare o circa il proprio o circa l'altrui mezzo; dico circolare, non semplice e geometricamente considerando il circolo e circulazione, ma secondo quella regola che veggiamo fisicamente mutarsi di loco gli corpi naturali. Moto retto non è proprio né naturale a corpo alcuno principale; perché non si vede se non nelle parti che sono quasi escrementi che hanno efflusso da corpi mondani, o pur, altronde, hanno influsso alle congenee sfere e continenti. Qualmente veggiamo de l'acqui che, in forma di vapore assottigliate dal caldo, montano in alto; ed in propria forma inspessate dal freddo, ritornano al basso; nel modo che diremo nel proprio loco, quando consideraremo del moto.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166