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      Burchio. Dunque, la terra non è corpo gravissimo, e però nel mezzo, appresso la quale piú grave e piú vicina è l'acqua, che la circonda, la quale è piú grave che l'aria?
      Fracastorio. Se tu giudichi il grave dalla maggior attitudine di penetrar le parti e farsi al mezzo ed al centro, dirò l'aria essere gravissimo e l'aria esser levissimo tra tutti questi chiamati elementi. Perché, sicome ogni parte della terra, se si gli dà spacio, descende sino al mezzo, cossí le parti de l'aria piú subito correranno al mezzo che parte d'altro qualsivoglia corpo; perché a l'aria tocca essere il primo a succedere al spacio, proibire il vacuo ed empire. Non cossí subito succedeno al loco le parti de la terra, le quali per ordinario non si muoveno se non penetrando l'aria; perché a far che l'aria penetre, non si richiede terra né acqua né fuoco; né alcuni di questi lo prevegnono, né vincono, per esser piú pronti, atti ed ispediti ad impir gli angoli del corpo continente. Oltre, se la terra, che è corpo solido, si parte, l'aria sarà quello che occuparà il suo loco: non cossí è atta la terra ad occupar il loco de l'aria che si parte. Dunque, essendo proprio a l'aria il muoversi a penetrar ogni sito e recesso, non è corpo piú lieve de l'aria, non è corpo piú greve che l'aria.
      Burchio. Or che dirai de l'acqua?
      Fracastorio. De l'acqua ho detto, e torno a dire, che quella è piú grave che la terra, perché piú potentemente veggiamo l'umor descendere e penetrar l'arida sino al mezzo, che l'arida penetrar l'acqua: ed oltre, l'arida, presa a fatto senza composizion d'acqua, verrà a sopranatare a l'acqua ed essere senza attitudine di penetrarvi dentro; e non descende, se prima non è imbibita d'acqua e condensata in una massa e spesso corpo, per mezzo della quale spessitudine e densità acquista potenza di farsi dentro e sotto l'acqua.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166