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      Fracastorio. Questa sarrebe la meglior di quante n'avete fatte, se fusse una raggione.
      Burchio. Tu sareste piú dotto ch'Aristotele, se non fussi una bestia, un poveraccio, mendico, miserabile, nodrito di pane di miglio, morto di fame, generato da un sarto, nato d'una lavandaria, nipote a Cecco ciabattino, figol di Momo, postiglion de le puttane, fratel di Lazaro che fa le scarpe a gli asini. Rimanete con cento diavoli ancor voi, che non siete molto megliori che lui!
      Elpino. Di grazia, magnifico signore, non vi prendiate piú fastidio di venire a ritrovarne, e aspettate che noi vengamo a voi.
      Fracastorio. Voler con piú raggioni mostrar la veritade a simili, è come se con piú sorte di sapone e di lescía piú volte se lavasse il capo a l'asino; ove non se profitta piú lavando cento che una volta, in mille che in un modo, ove è tutto uno l'aver lavato e non l'avere.
      Filoteo. Anzi, quel capo sempre sarà stimato piú sordido in fine del lavare che nel principio ed avanti: perché con aggiongervi piú e piú d'acqua e di profumi, si vegnono piú e piú a commovere i fumi di quel capo, e viene a sentirsi quel puzzo che non si senteva altrimente; il quale sarà tanto piú fastidioso, quanto da liquori piú aromatichi vien risvegliato. - Noi abbiamo molto detto oggi; mi rallegro molto della capacità di Fracastorio e del maturo vostro giudizio, Elpino. Or, poi ch'avemo discorso circa l'essere, il numero e qualità de gl'infiniti mondi, è bene che domani veggiamo, se vi son raggioni contrarie, e quali sieno quelle.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166

   





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