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      Il giú e loco inferiore di questa terra non è alcun punto della regione eterea fuori ed extra di lei (come accade alle parti fatte fuori della propria sfera, se questo aviene), ma è nel centro de la sua mole o rotundità o gravità. Cossí il giú di quella terra non è alcun luogo extra di quella, ma è il suo proprio mezzo, il proprio suo centro. Il su di questa terra è tutto quel ch'è nella sua circumferenza ed estra la sua circumferenza; però cossí violentemente le parti di quella si muoveno extra la sua circumferenza e naturalmente s'accoglieno verso il suo centro, come le parti di questa violentemente si diparteno e naturalmente tornano verso il proprio mezzo. Ecco come si prende la vera similitudine tra queste e quell'altre terre.
      Elpino. Molto ben dite che, sicome è cosa inconveniente ed impossibile che l'uno di questi animali si muova e dimore dove è l'altro, e non abbia la propria sussistenza individuale con il proprio loco e circostanze; cossí è inconvenientissimo che le parti di questo abbiano inclinazione e moto attuale al luogo de le parti di quello.
      Filoteo. Intendete bene de le parti che son veramente parti. Perché, quanto appartiene alli primi corpi indivisibili, de quali originalmente è composto il tutto, è da credere che per l'immenso spacio hanno certa vicissitudine, con cui altrove influiscano ed affluiscano altronde. E questi, se pur per providenza divina, secondo l'atto, non costituiscano nuovi corpi e dissolvano gli antichi, almeno hanno tal facultà. Perché veramente gli corpi mondani sono dissolubili; ma può essere che o da virtú intrinseca o estrinseca sieno eternamente persistenti medesimi, per aver tale tanto influsso, quale e quanto hanno efflusso di atomi; e cossí perseverino medesimi in numero, come noi, che nella sustanza corporale similmente, giorno per giorno, ora per ora, momento per momento, ne rinuoviamo per l'attrazione e digestione che facciamo da tutte le parti del corpo.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166