Pagina (118/166)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Filoteo. Dite bene. Seguitate ora il proposito d'Aristotele.
      Elpino. Apporta appresso una finta risposta; la quale dice, che per questa raggione un corpo non si muove a l'altro,.perché quanto è rimosso da l'altro per distanza locale, tanto viene ad essere di natura diverso. E contra questo dice lui, che la distanza maggiore e minore non è potente a far che la natura sia altra ed altra.
      Filoteo. Questo, inteso come si deve intendere, è verissimo. Ma noi abbiamo altro modo di rispondere, ed apportiamo altra raggione, per cui una terra non si muova a l'altra, o vicina o lontana che la sia.
      Elpino. La ho intesa. Ma pur mi par oltre vero quello che è da credere che volesser dir gli antichi, che un corpo per maggior lontananza acquista minor attitudine (che loro chiamorno proprietà e natura per il lor frequente modo di parlare); perché le parti, alle quali è soggetto molto aria, son meno potenti a dividere il mezzo e venire al basso.
      Filoteo. È certo ed assai esperimentato nelle parti de la terra, che, da certo termine del loro recesso e lontananza, ritornar sogliono al suo continente; a cui tanto piú s'affrettano quanto piú s'avicinano. Ma noi parliamo ora delle parti d'un'altra terra.
      Elpino. Or, essendo simile terra a terra, parte a parte, che credi, se fussero vicine? non sarrebe ugual potenza tanto alle parti de l'altra di andar a l'una e l'altra terra, e per consequenza ascendere e descendere?
      Filoteo. Posto uno inconveniente (se è inconveniente), che impedisce che se ne pona un altro consequente?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166

   





Aristotele