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      Ma, se l'uno gli è piú congeneo e connaturale, e gli è piú o simile o atto a conservarla, se determinarà per il piú corto camino rettamente di rapportarsi a quello. Perché lo principal principio motivo non è la propria sfera e proprio continente, ma l'appetito di conservarsi: come veggiamo la fiamma serpere per terra, ed inchinarsi, e ramenarsi al basso per andare al piú vicino loco in cui inescare e nodrirsi possa; e lasciarà d'andar verso il sole, al quale, senza discrime d'intiepidirse per il camino, non se inària.
      Elpino. Che dici di quel che soggionge Aristotele, che le parti e congenei corpi, quantunque distanti sieno, si muoveno pure al suo tutto e suo consimile?
      Filoteo. Chi non vede, ch'è contra ogni raggione e senso, considerato quel ch'abbiamo poco fa detto? Certo, le parti fuor del proprio globo si muoveranno al propinquo simile, ancor che quello non sia il suo primario e principal continente; e talvolta a altro, che lo conserve e nodrisca, benché non simile in specie; perché il principio intrinseco impulsivo non procede dalla relazione ch'abbia a loco determinato, certo punto e propria sfera, ma da l'appulso naturale di cercar ove meglio e piú prontamente ha da mantenersi e conservarsi nell'esser presente; il quale, quantunque ignobil sia, tutte le cose naturalmente desiderano. Come massime desiderano vivere quegli uomini, e massime temeno il morire coloro che non han lume di filosofia vera, e non apprendeno altro essere ch'il presente, e pensano che non possa succedere altro che appartenga a essi.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166

   





Aristotele