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      Ancora, dividendo il mondo in corpo celeste ed elementare, si pone questo terminato e contenuto, quello terminante e continente: ed è tal ordine de l'universo che, montando da corpo piú crasso a piú sottile quello che è sopra il convesso del fuoco, in cui sono affissi il sole, la luna ed altre stelle, è una quinta essenza; a cui conviene e che non vada in infinito, perché sarrebe impossibile di giongere al primo mobile; e che non si repliche l'occorso d'altri elementi, sí perché questi verrebono ad essere circonferenziali, sí anco perché il corpo incorrottibile e divino verrebe contenuto e compreso da gli corrottibili. Il che è inconveniente: perché a quello ch'è divino, conviene la raggion di forma ed atto, e per conseguenza di comprendente, figurante, terminante; non modo di terminata, compresa e figurata materia. Appresso, argomento cossí con Aristotele: "se fuor di questo cielo è corpo alcuno, o sarà corpo semplice, o sarà corpo composto"; ed in qualsivoglia modo che tu dica, dimando oltre, o vi è come in loco naturale, o come in loco accidentale e violento. Mostramo che ivi non è corpo semplice; perché non è possibile che corpo sferico si cange di loco; perché, come è impossibile che muti il centro, cossí non è possibile che cange il sito: atteso che non può esser se non per violenza estra il proprio sito; e violenza non può essere in lui, tanto attiva- quanto passivamente. Similmente non è possibile che fuor del cielo sia corpo semplice mobile di moto retto: o sia grave o sia lieve, non vi potrà essere naturalmente, atteso che gli luoghi di questi corpi semplici sono altri dai luoghi, che si dicono fuor del mondo.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166

   





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