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      Né potrete dir che vi sia per accidente; perché averrebe, che altri corpi vi sieno per natura. Or, essendo provato, che non sono corpi semplici oltre quei che vegnano alla composizion di questo mondo, che son mobili secondo tre specie di moto locale, è consequente che fuor del mondo non sia altro corpo semplice. Se cossí è, è anco impossibile, che vi sia composto alcuno; perché questo di quelli si fa ed in quelli si risolve. Cossí è cosa manifesta che non son molti mondi, perché il cielo è unico, perfetto e compito, a cui non è, né può essere altro simile. Indi s'inferisce, che fuor di questo corpo non può essere loco né pieno né vacuo, né tempo. Non vi è loco; perché, se questo sarà pieno, contenerà corpo o semplice o composto: e noi abbiamo detto che fuor del cielo non v'è corpo né semplice né composto. Se sarà vacuo, allora, secondo la raggion del vacuo (che si definisce spacio, in cui può esser corpo), vi potrà essere; e noi abbiamo mostrato che fuor del cielo non può esser corpo. Non vi è tempo; perché il tempo è numero di moto; il moto non è se non di corpo; però dove non è corpo, non è moto, non v'è numero, né misura di moto; dove non è questa, non è tempo. Poi abbiam provato, che fuor del mondo non è corpo, e per consequenza per noi è dimostrato non esservi moto, né tempo. Se cossí è, non vi è temporeo né mobile: e per consequenza, il mondo è uno.
      Secondo, principalmente dall'unità del motore s'inferisce l'unità del mondo. È cosa concessa, che il moto circulare è veramente uno, uniforme, senza principio e fine.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166