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      S'è uno, è uno effetto, il quale non può essere da altro che da una causa. Se, dunque, è uno il cielo primo, sotto il quale son tutti gl'inferiori, che conspirano tutti in un ordine, bisogna che sia unico il governante e motore. Questo essendo inmateriale, non è moltiplicabile di numero per la materia. Se il motore è uno, e da un motore non è se non un moto, ed un moto (o sia complesso o incomplesso) non è se non in un mobile, o semplice o composto, rimane che l'universo mobile è uno. Dunque, non son piú mondi.
      Terzo, principalmente da luoghi de corpi mobili si conchiude ch'il mondo è uno. Tre sono le specie di corpi mobili: grave in generale, lieve in generale e neutro; cioè terra ed acqua, aria e fuoco, e cielo. Cossí gli luoghi de mobili son tre: infimo e mezzo, dove va il corpo gravissimo; supremo massime discosto da quello; e mezzano tra l'infimo e il supremo. Il primo è grave, il secondo è né grave né lieve, il terzo è lieve. Il primo appartiene al centro, il secondo alla circonferenza, il terzo al spacio ch'è tra questa e quello. È, dunque, un luogo inferiore a cui si muoveno tutti gli gravi, sieno in qualsivoglia mondo; è un superiore a cui si referiscono tutti i lievi da qualsivoglia mondo; dunque, è un luogo in cui si verse il cielo, di qualunque mondo il sia. Or se è un loco, è un mondo, non son piú mondi.
      Quarto, dico che sieno piú mezzi ai quali si muovano gli gravi de diversi mondi, sieno piú orizonti a gli quali si muova il lieve; e questi luoghi de diversi mondi non differiscano in specie, ma solamente di numero.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166