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      Averrà allora che il mezzo dal mezzo sarà piú distante ch'il mezzo da l'orizonte; ma il mezzo e mezzo convegnono in specie; il mezzo ed orizonte son contrarii. Dunque, sarà piú distanza locale tra quei che convegnono in specie che tra gli contrarii. Questo è contra la natura di tali oppositi; perché quando si dice che gli contrarii primi son massimamente discosti, questo massime s'intende per distanza locale, la qual deve essere ne gli contrarii sensibili. Vedete, dunque, che séguita supponendosi, che sieno piú mondi. Per tanto tale ipotesi non è solamente falsa, ma ancora impossibile.
      Quinto, se son piú mondi simili in specie, deveranno essere o equali o pur (ché tutto viene ad uno, per quanto appartiene al proposito) proporzionali in quantità; se cossí è, non potranno piú che sei mondi essere contigui a questo: perché, senza penetrazion di corpi, cossí non piú che sei sfere possono essere contigue a una, come non piú che sei circoli equali, senza intersezione de linee, possono toccare un altro. Essendo cossí, accaderà che piú orizonti in tanti punti (ne li quali sei mondi esteriori toccano questo nostro mondo o altro) saranno circa un sol mezzo. Ma, essendo che la virtú de doi primi contrarii deve essere uguale e da questo modo di ponere ne séguite inequalità, verrete a far gli elementi superiori piú potenti che gl'inferiori, farrete quelli vittoriosi sopra questi e verrete a dissolvere questa mole.
      Sesto, essendo che gli circoli de mondi non si toccano se non in punto, bisogna necessariamente che rimagna spacio tra il convesso del circolo di una sfera e l'altra; nel qual spacio o vi è qualcosa che empia, o niente.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166