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      Se vi è qualche cosa, certo non può essere di natura d'elemento distante dal convesso de la circonferenza, perché, come si vede, cotal spacio è triangulare, terminato da tre linee arcuali che son parti della circonferenza di tre mondi; e però il mezzo viene ad esser piú lontano dalle parti piú vicine a gli angoli, e lontanissimo da quelli, come apertissimo si vede. Bisogna, dunque, fingere novi elementi e novo mondo, per empir quel spacio, diversi dalla natura di questi elementi e mondo. Over è necessario di ponere il vacuo, il quale supponemo impossibile.
      Settimo, se son piú mondi, o son finiti o son infiniti. Se sono infiniti, dunque si trova l'infinito in atto: il che con molte raggioni è stimato impossibile. Se sono finiti, bisogna che sieno in qualche determinato numero: e sopra di questo andaremo investigando perché son tanti, e non son piú né meno; perché non ve n'è ancor un altro, che vi fa questo o quell'altro di piú; se son pari o impari; perché piú tosto de l'una che de l'altra differenza; o pur perché tutta quella materia che è divisa in piú mondi, non s'è agglobata in un mondo, essendo che la unità è meglior che moltitudine, trovandosi l'altre cose pari; perché la materia è divisa in quattro o sei o diece terre, non è piú tosto globo grande, perfetto e singulare. Come, dunque, de il possibile ed impossibile si trova il numero finito piú presto che infinito, cossí tra il conveniente e disconveniente, è piú raggionevole e secondo la natura l'unità che la moltitudine o pluralità.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166