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      Però ben lamenta il Tragico:
     
      Bene dissepti foedera mundiTraxit in unum Thessala pinus
      Iussitque pati verbera pontum,
      Partemque metus fieri nostriMare sepostum.
     
      Al decimo si risponde come al quinto; perché cossí ciascuno de mondi nell'etereo campo ottiene il suo spacio, che l'uno non si tocca o urta con l'altro; ma discorreno e son situati con distanza tale per cui l'un contrario non si destrugga, ma si fomente per l'altro.
      All'undecimo, che vuole la natura moltiplicata per decisione e division della materia non ponersi in tale atto se non per via di generazione, mentre l'uno individuo come parente produce l'altro come figlio; diciamo che questo non è universalmente vero, perché da una massa per opra del sole efficiente si producono molti e diversi vasi di varie forme.e figure innumerabili. Lascio che, se fia l'interito e rinovazion di qualche mondo, la produzione de gli animali, tanto perfetti quanto imperfetti, senza atto di generazione nel principio viene effettuata dalla forza e virtú della natura.
      Al duodecimo ed ultimo, che da quel, che questo o un altro mondo è perfetto, vuol che non si richiedano altri mondi, dico che certo non si richiedeno per la perfezione e sussistenza di quel mondo; ma per la propria sussistenza e perfezion dell'universo è necessario che sieno infiniti. Dalla perfezion dunque di questo o quelli non séguita, che quelli o questo sieno manco perfetti: perché cossí questo come quelli, e quelli come questo, constano de le sue parti, e sono, per gli suoi membri, intieri.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166

   





Tragico Thessala