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      Albertino. Non sarà, o Filoteo, voce di plebe, indignazion di volgari, murmurazion di sciocchi, dispreggio di tai satrapi, stoltizia d'insensati, sciocchezza di scíoli, informazion di mentitori, querele di maligni e detrazion d'invidiosi, che mi defraudino la tua nobil vista e mi ritardino dalla tua divina conversazione. Persevera, mio Filoteo, persevera; non dismetter l'animo e non ti far addietro per quel, che con molte machine ed artificii il grande e grave senato della stolta ignoranza minaccia e tenta distruggere la tua divina impresa ed alto lavoro. Ed assicurati ch'al fine tutti vedranno quel ch'io veggo; e conosceranno che cossí ad ognuno è facile di lodarti, come a tutti è difficile l'insegnarti. Tutti, se non sono perversi a fatto, cossí da buona conscienza riportaranno favorevole sentenza di te, come dal domestico magistero dell'animo ciascuno al fine viene instrutto; perché gli beni de la mente non altronde che dall'istessa mente nostra riportiamo. E perché ne gli l'animi di tutti è una certa natural santità che, assisa nell'alto tribunal de l'intelletto, essercita il giudicio del bene e male, de la luce e tenebre, avverrà che da le proprie cogitazioni di ciascuno sieno in tua causa suscitati fidelissimi ed intieri testimoni e defensori. Talmente, se non te si faranno amici, ma vorranno neghittosamente in defensione de la turbida ignoranza ed approvati sofisti perseverar ostinati adversarii tuoi, sentiranno in se stessi il boia e manigoldo tuo vendicatore; che, quanto piú l'occoltaranno entro il profondo pensiero, tanto piú le tormente.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166

   





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