Aprine la porta per la qual veggiamo l'indifferenza di questo astro da gli altri. Mostra la consistenza de gli altri mondi nell'etere, tal quale è di questo. Fa' chiaro il moto di tutti provenir dall'anima interiore, a fine che con il lume di tal contemplazione con piú sicuri passi procediamo alla cognizion della natura.
Filoteo. Che vuol dire, o Elpino, che il dottor Burchio né sí tosto, né mai ha possuto consentirne?
Elpino. È proprio di non addormentato ingegno da poco vedere ed udire posser considerare e comprender molto.
Albertino. Benché sin ora non mi sia dato di veder tutto il corpo del lucido pianeta, posso pur scorgere pe' raggi che diffonde per gli stretti forami de chiuse fenestre dell'intelletto mio, che questo non è splendor d'artificiosa e sofistica lucerna, non di luna o di altra stella minore. Però a maggior apprension per l'avenire m'apparecchio.
Filoteo. Gratissima sarà la vostra familiarità.
Elpino. Or andiamo a cena.
FINE DE CINQUE DIALOGIDELL'INFINITO, UNIVERSO E MONDI.
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Elpino Burchio
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