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      Strada facendo, però, per quel brutto vizio che hanno gli operai, di voler sempre fare i conti alle spalle dei loro padroni, egli va ricercando nella sua mente quanto il suo padrone potrà guadagnare su quei 10 chili di filo. Non so veramente quanto si paghi il filo, dice fra sé, ma il conto è presto fatto. La bambagia l'ho visto io quando l'ha comprata al mercato a 3 lire al chilo. Tutti i suoi mezzi del lavoro possono avere un consumo di 4 lire al giorno. Dunque:
     
      Per 10 chili di bambagiaL.
      30,00
      Per consumo di mezzi di lavoroL.
      4,00
      Per salario della giornataL.
      3,00
     
     
      ---
      TotaleL.
      37,00
     
      I 10 chili di filo valgono 37 lire. Ora sulla bambagia non ci ha guadagnato nulla certamente, perché l'ha pagata al suo giusto prezzo, né un centesimo di più né un centesimo di meno; tale quale ha agito con me, pagando la mia forza lavoro al suo giusto prezzo di 3 lire al giorno; dunque, il suo guadagno egli lo deve trovare vendendo il suo filo per più di quello che vale. Deve essere assolutamente così; se no egli avrebbe speso 37 lire per prendere giusto 37 lire, senza contare il tempo che ha perduto ed il fastidio che si è preso. Guarda mo' come son fatti i padroni! Hanno un bel voler fare gli onesti con l'operaio dal quale comprano la forza lavoro, col mercante dal quale comprano la materia, ma il loro punto debole ce lo hanno sempre, e noialtri operai, che conosciamo le cose del mestiere, lo scopriamo subito. Ma vendere una merce per più di quello che vale è come vendere coi pesi falsi, il che è proibito dall'autorità. Dunque, se gli operai svelassero le frodi dei padroni, questi sarebbero costretti a chiudere i loro opifici; e per far produrre le merci richieste dai bisogni, forse si aprirebbero grandi stabilimenti governativi; il che sarebbe molto meglio.


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Compendio del Capitale
di Carlo Cafiero
pagine 112