Così fantasticando l'operaio è giunto a casa; e là, cenato, si è messo a letto e si è addormentato profondamente, sognando la scomparsa dei padroni e la fondazione delle officine governative.
Dormi, povero amico, dormi in pace, frattanto che ti resta ancora una speranza. Dormi in pace, ché il giorno del disinganno non tarderà a venire. Presto imparerai come il tuo padrone possa vendere la sua merce con profitto, senza defraudare alcuno. Egli stesso ti farà vedere come si diventi capitalista, e grosso capitalista, rimanendo perfettamente onesto. Allora i tuoi sonni non saranno più così tranquilli. Tu vedrai nelle tue notti il capitale, come un incubo, che ti preme e minaccia di schiacciarti. Con occhio spaventato lo vedrai ingrossarsi, come un mostro dalle cento proboscidi, che avidamente ricercano i pori del tuo corpo per succhiarne il sangue. E finalmente lo vedrai assumere proporzioni smisuratamente gigantesche, nero e terribile nell'aspetto, con occhi e bocca di fuoco, trasmutare le sue proboscidi in larghissime trombe aspiranti, entro le quali vedrai scomparire migliaia di esseri umani: uomini, donne, fanciulli. Dalla tua fronte colerà allora il sudore della morte, perché la volta tua, della tua moglie e dei tuoi figli starà per arrivare... Ed il tuo ultimo gemito sarà coperto dallo sghignazzare allegro del mostro, felice del suo stato, tanto più prospero, tanto più inumano.
Torniamo al nostro uomo del denaro.
Questo borghese, modello di esattezza e di ordine, ha regolato tutti i suoi conti della giornata; ed ecco come ha ricercato il prezzo dei suoi 10 chili di filo:
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