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      Dunque, se in 6 ore la forza lavoro produce un valore di 3 lire, in 12 ore ne produrrà uno di 6 lire. Ecco dunque il conto, che ci indica il valore dei 10 chili di filo:
     
      Per 10 chili di bambagia a 3 lire il chiloL.
      30,00
      Per consumo di mezzi di lavoroL.
      4,00
      Per 12 ore di forza lavoroL.
      6,00
     
     
      ---
      TotaleL.
      40,00
     
      L'uomo del denaro ha quindi speso 37 lire ed ha ottenuto una merce che vale 40 lire; ha guadagnato così 3 lire; il suo denaro ha figliato.
      Il problema è sciolto. È nato il capitale.
      CAPITOLO III
     
      La giornata di lavoro
     
      Il capitale, nato appena, sente tosto il bisogno di nutrimento per svilupparsi; ed il capitalista, il quale non vive ora che della vita del capitale, si preoccupa attentamente dei bisogni di quest'essere, divenuto il suo cuore e la sua anima, e trova il modo di soddisfarli.
      Il primo mezzo, impiegato dal capitalista a pro' del suo capitale, è il prolungamento della giornata di lavoro. Certamente che la giornata di lavoro ha i suoi limiti. Anzitutto un giorno non consta che di 24 ore; poi bisogna da queste 24 ore toglierne un certo numero, perché l'operaio possa soddisfare tutti i suoi bisogni fisici e morali: dormire, nutrirsi, riposare le sue forze, eccetera. "Ma questi limiti sono per loro stessi molto elastici e lasciano la più grande latitudine. Così noi troviamo giornate di lavoro di 10, 12, 14, 16 e 18 ore, cioè delle più svariate lunghezze. Il capitalista ha comprato la forza lavoro per il suo valore giornaliero. Egli ha dunque acquistato il diritto di fare lavorare, durante tutto il giorno, il lavoratore al suo servizio.


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Compendio del Capitale
di Carlo Cafiero
pagine 112