Il capitalista ha prosperato. Il capitale è di molto cresciuto, e, per soddisfare i suoi nuovi bisogni, il capitalista ha stabilito il lavoro cooperativo, che è il lavoro fatto con l'unione delle forze. In quell'opificio, dove altra volta funzionava una sola forza lavoro, oggi vi funziona tutta una cooperazione di forze lavoro. Il capitale è uscito dalla sua infanzia, e si presenta per la prima volta sotto il suo vero aspetto.
I vantaggi che il capitale trova nella cooperazione si possono ridurre a quattro.
Primieramente è nella cooperazione che il capitale realizza la vera forza lavoro sociale. La forza lavoro sociale essendo, come già dicemmo, la media presa in un dato centro di produzione fra un numero di operai che lavorano con un grado medio di abilità e d'intensità, è chiaro che ogni singola forza lavoro si scosterà più o meno dalla forza media o sociale, la quale si può perciò ottenere solamente riunendo nello stesso opificio un gran numero di forze lavoro; cioè nella cooperazione.
Il secondo vantaggio è l'economia dei mezzi di lavoro. Lo stesso opificio, gli stessi caloriferi, eccetera, che servivano ad uno solo, oggi servono per molti operai.
Il terzo vantaggio della cooperazione è l'aumento della forza lavoro. "Come la forza d'attacco di uno squadrone di cavalleria o la forza di resistenza d'un reggimento di fanteria differiscono essenzialmente dalla somma delle forze individuali spiegate isolatamente da ciascun cavaliere o fantaccino, nella stessa guisa la somma delle forze meccaniche di operai isolati differisce dalla forza meccanica che si sviluppa tosto che essi funzionino congiuntamente e simultaneamente in una medesima operazione indivisa.
| |
|