Per riuscire nel suo scopo, però, egli ha bisogno di avere tutto un meccanismo, il quale si comporrà di materie più o meno costose, ed assorbirà sempre una certa quantità di lavoro. Egli non deve certamente comprare la forza del vapore, né le proprietà motrici dell'acqua e dell'aria; non deve certamente comprare le scoperte e le applicazioni meccaniche; né le invenzioni ed i perfezionamenti degli strumenti di un mestiere. Egli può avvalersi di tutto ciò, sempre che voglia, senza la menoma spesa; ma ha bisogno solamente di procurarsi tutto un meccanismo atto a ciò. La macchina entra adunque, come mezzo di lavoro, a far parte del capitale costante; e la proporzione, nella quale essa entra a comporre il valore della merce, è in ragione diretta del consumo suo e delle sue materie ausiliarie, carbone, grasso, eccetera, e in ragione inversa del valore della merce. Cioè a dire che più si logora una macchina con le sue materie ausiliarie nel produrre una merce, più le comunica del suo valore; mentre più è grande il valore della merce, per la quale la macchina lavora, più è piccola la parte di valore che le perviene dal consumo della macchina.
Se il logoramento giornaliero di un martello a vapore, il suo consumo di carbone, eccetera, si distribuiscono sopra enormi masse di ferro martellato, ogni quintale di ferro non assorbe che una minima parte di valore; questa porzione sarebbe evidentemente considerevole se l'istrumento ciclopico non facesse che conficcare piccoli chiodi.
(8)
Quando, per la generalizzazione del sistema della grande industria, la macchina cessa di essere fonte diretta di profitto straordinario per il capitalista, questi riesce a trovare molte altre vie, per le quali poter continuare a ritrarre grandissima quantità di plusvalore relativo da questo nuovo modo di produzione.
| |
|