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      Tutto ciò è rovesciato tosto che il capitale compra dei lavoratori. Altra volta l'operaio vendeva la sua propria forza lavoro, della quale egli poteva liberamente disporre, ora egli vende moglie e figli; diventa mercante di schiavi."(9)
      Mentre la macchina è il mezzo più potente di accrescere la produttività del lavoro, cioè di raccorciare il tempo necessario alla produzione delle merci, essa diviene, come sostegno del capitale, il mezzo più potente di prolungare la giornata di lavoro al di là di ogni limite naturale. Il mezzo di lavoro, divenuto macchina, si leva indipendente innanzi al lavoratore. Una sola passione anima il capitalista: egli vuole forzare l'elasticità umana e stritolare tutte le resistenze. La facilità evidente del lavoro a macchina e l'elemento più maneggevole e più docile, che sono le donne e i fanciulli, l'aiutano in quest'opera di asservimento.
      Il logoramento materiale delle macchine si presenta sotto un duplice aspetto. Esse si consumano da una parte in ragione del loro impiego, come i pezzi di moneta per la circolazione; d'altra parte per la loro inazione, come una spada che s'irrugginisce nel fodero. In quest'ultimo caso diventano preda degli elementi. Il primo genere di logoramento è più o meno in ragione diretta, l'ultimo è sino ad un certo punto in ragione inversa del loro uso. La macchina è altresì soggetta a ciò che potrebbesi chiamare suo logoramento morale. Essa perde di valore, a misura che le macchine della medesima costruzione sono riprodotte a miglior mercato, o a misura che macchine perfezionate vengono a far loro concorrenza.


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Compendio del Capitale
di Carlo Cafiero
pagine 112