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      Gettando da banda la divisione dei poteri e il sistema rappresentativo, tanto prediletti dalla borghesia, il capitalista formula, da legislatore privato e come meglio gli piace, il suo potere autocratico sui suoi operai, nel suo codice di fabbrica. La frusta del conduttore di schiavi è qui sostituita dal libro delle punizioni, che tutte si risolvono naturalmente in ammende e ritenute sul salario.
      F. Engels dice:
      La schiavitù alla quale la borghesia ha sottoposto il proletariato, si presenta sotto il suo vero aspetto nel sistema della fabbrica. Qui ogni libertà cessa di fatto e di diritto. L'operaio deve essere la mattina nella fabbrica alle cinque e mezzo; se viene due minuti più tardi incorre nell'ammenda; se è in ritardo di dieci minuti, non lo si fa entrare che dopo colazione, e perde il quarto del suo salario giornaliero. Il fabbricante è legislatore assoluto. Fa regolamenti come gli salta in testa, modifica ed amplia il suo codice a suo piacere, e se v'introduce l'arbitrio più stravagante, i tribunali rispondono ai lavoratori: 'Poiché voi avete accettato volontariamente questo contratto, dovete sottomettervici'. Questi lavoratori sono condannati ad essere così tormentati fisicamente e moralmente dal loro nono anno sino alla loro morte"."
      Prendiamo due casi, per esempio, di ciò che dicono i tribunali. A Sheffield nel 1866 un operaio si era impegnato per due anni in una fabbrica metallurgica. Per querela avuta col fabbricante egli lasciò la fabbrica e dichiarò di non volervi ritornare a nessun costo.


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Compendio del Capitale
di Carlo Cafiero
pagine 112

   





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